Missouri

route 66-missouri

 

                                             Principali tappe:

 

East Saint Louis (1), Pacific (2), Stanton (3), Cuba (4), St. James (5), Rolla (6),

Arlington (7), Devils Elbow (8), Waynesville (9), Lebanon (10), Springfield (11),

Halltown (12), Plew (13), Carthage (14), Joplin (15)

 

 

VENERDì 08 MAGGIO 2009
Nono giorno di marcia
Passo la nottata ha rivedere i percorsi alternativi da eseguire. Mi accorgo che siamo andati troppo a sud. Chiedo varie notizie sulla Old Route 66 e mi viene confermato che l’unica strada possibile è fare la interstates 44 per vari chilometri. Vista l’impossibilità di percorrerla con le biciclette mi vedo obbligato a fare queste 20 miglia circa a bordo del motorhome. Non era mia assoluta intenzione di optare a questa scelta, ma così è dovuto essere. Comunque ci si sveglia sotto un temporale torrenziale e stando così la giornata dovremo sostare al nuovo arrivo. Come per incanto si inverte il tempo, che da piovoso diventa soleggiato. Decidiamo di sfruttare il rimanente pomeriggio per portarci avanti. Pare che la sorte ci sia avversa, perché nel montare la ruota della handbike spacco la vite all’interno della sua sede. Se non trovo il modo di rimediare all’inconveniente, dovrò montare la seconda bici e sfruttarla per il resto della strada e questo provocherebbe del ritardo alla tabella di marcia con relativo patema d’animo. Provando a chiedere al distributore di benzina in Pacific, mi avvicina un gentile cliente. Mi propone di seguirlo e così facendo ci accompagna ad una vicinissima officina meccanica. Riesco a far recuperare il perno della ruota. Rimontata la handbike si parte in direzione sud-ovest. La strada avanti si presenta con uno splendido panorama di boschi, colline, vari laghetti e scenari da film che ci fa tornar il buon umore. In prossimità della interstates 44, decido per uno stop sopra una collinetta accanto un piccolo e caratteristico distaccamento indiano. Vistoci arrivare si avvicina una donna che ci fa allontanare con modi assai sgarbati. No problem, continuo sui sali e scendi ed arrivo al paese di St. Clair. Qui stoppo tutto e prendo possesso di un spazio per pernottare, cenare e voltare pagina. Nel rimanere sveglio faccio vari esami delle giornate trascorse e ne concludo che:
sono sempre fermamente convinto della mia grande avventura, ma a poterla fare in assoluta solitudine potrebbe diventare incredibilmente fantastica. Visto che in solitudine (come già fatto in passato), certi svaghi non mi saranno mai più permessi, mi ritengo assai fortunato della presenza e sopportazione degli amici accompagnatori. Senza questo loro vitale contributo, nulla avrei potuto fare. GRAZIE…!!!

 


SABATO 09 MAGGIO 2009
Decimo giorno di marcia.
09 maggio 2009
Il rumore che ci accompagna da quando siamo partiti è una costante a qualsiasi ora del giorno e della notte. Questi mastodontici camion sono onnipresenti e anche le macchine o moto non son da meno, comunque ci si fa l’abitudine ma rimango perplesso di come questa costante possa convivere con tanto verde, pascoli e dimensioni sconfinate. Questa è l’America, l’importante continente dalle mille tecnologie e dalle assurde contraddizioni. Fatta una ricca colazione, ci si prepara per la nuova giornata ciclistica. Le continue discese e ripide salite non mi lasciano prendere un ritmo. La fatica dei giorni passati si somma a quella odierna e dopo una trentina di chilometri mi sento debitamente stanco. Ma non demordo. Oggi ho deciso di fare un settanta chilometri circa ed arrivare alle porte di Rolla. La cittadina di St. James è lo stop della tappa di oggi. Ho percorso 78,5 chilometri ed oltre non riesco proprio ad andare. Domani sarebbe una giornata di riposo, ma ancora non so cosa fare. Al risveglio deciderò il da farsi. Ancora non ho dedicato molto spazio al rilassamento mentale o fisico e penso sia giunto il momento di sfruttarlo. Non dovrei impormelo, ho una tabella di marcia, ed in linea di massima la devo rispettare, ma se riesco ad arrivare con una giornata di anticipo al cambio gruppo, potrò regolare molto meglio le consegne e rilassarmi un pochettino. Il camp round trovato per rigenerare i servizi dell’RV sembra essere perfetto, ma soprattutto silenzioso, isolato e con tanto verde.

 


 

DOMENICA 10 MAGGIO 2009
Undicesimo giorno di marcia
10 maggio 2009
Mi sveglio con le articolazioni molto provate dallo sforzo di ieri. Vorrei passare la giornata di riposo nel tranquillo e silenzioso campeggio raggiunto, ma gli amici vogliono andare in altro loco. Penso che quest’isolato campeggio non sia di loro gradimento, anzi. Nel frattempo inizia a piovere copiosamente. Aspettiamo che finisca e verso le 16 si riparte. Faccio un ulteriore sforzo ed anche oggi percorro una cinquantina di chilometri decisamente collinosi. C’è nervosismo tra gli amici accompagnatori e sicuramente sono io l’artefice. Vengo implicitamente snobbato. Non voglio dar seguito a questo clima di tensione e mi dissocio dall’alimentare varie altre piccole polemiche. A circa metà percorso, dopo che mi è stato seccamente proposto di non dubitare della loro navigazione, è arrivata la puntuale errata valutazione della strada. Proprio non ci voleva. Non ho bisogno di allungare la faticosa strada con altri chilometri, ma grazie all’amicizia che ci lega, da quest’errore si ristabilisce un piacevole rapporto. Comunque anche in questa occasione la strada ti obbliga a percorrere una decina di miglia sulla Intertates 44. Usciamo all’uscita individuata e si riprende dalla mitica Historic Route 66. Dopo aver passato tutto un anno a preparare l’impresa e perso varie ore di sonno nel pianificare giorno per giorno il percorso tracciato sulle cartine, anche loro hanno forse capito che non si può fare quello che sto facendo alla carlona. Mentre loro dormono io studio il da farsi per il seguente giorno e la fatica della strada non aiuta. Ma se voglio portare a termine quest’avventura non ho altra scelta. Questo è il mio sogno e loro mi aiutano fin troppo, quindi non posso pretendere altro a quello che già mi stanno offrendo. Passiamo una serena cena, ma anche stanotte so che dormirò poco.

 


 

LUNEDì 11 MAGGIO 2009
Dodicesimo giorno di marcia
11 maggio 2009
Oggi voglio proprio arrivare alle porte di Lebanon dove abbiamo individuato un camp ground per RV. Si riparte leggermente spostati (di circa 1 km indietro) da dove abbiamo finito ieri sera. Riguardando le cartine jn nottata, mi sono accorto di aver oltrepassato il bivio per il caratteristico Devils Elbow. Preparo la handbike e mi appresto ad attraversare questo famigerato “gomito del diavolo”. Nel passato era stato così battezzato perché si scende da una piccola gola per poi attraversare il fiume da un ponte posto poco dopo una curva a gomito. In quel punto le vecchie Ford T fiaccavano i freni durante la discesa e tal volta finivano fuori strada. Risalita la gola, anche questa sufficientemente ripida, mi preparo a macinare altri chilometri. Sembra che le giornate a seguire siano sempre più difficili delle passate, infatti anche oggi vengo martoriato da continui sali e scendi che mi assorbono tante energie. L’errore di sbagliare strada si presenta pure oggi. Quest’errore lo pago a caro prezzo perché mi accorgo dell’errata direzione dopo una quindicina di chilometri di assoluta collina e quindi salite. Con ulteriore fatica fisica sprecata, risalgo nel motorhome e tornati indietro riprendo a pedalare dall’incrocio della sbagliata svolta. Il clima all’interno del team si fa serio. Non per malumore, ma perché questi amici capiscono il mio sforzo nel dover fare della strada evitabile, e che strada…!!! Comunque pure oggi posso essere orgoglioso del mio stato fisico-psichico. Riesco ad arrivare all’entrata di Lebanon e quando stoppo il GPS lo strumento registra:
Consumo calorico di 3824 K/cal, 6 e 13 di marcia e 80,1 km percorsi.
Fino ad oggi non mi ero mai spinto a questi numeri. Considerando poi il fatto che ho saltato un riposo, che oggi è il quinto giorno consecutivo, che ho dormito solo 5 ore e che la strada è stata un continuo su e giù (sempre con pendenze di salite intorno agli 8%), oggi posso reputarmi decisamente soddisfatto. Da stasera però, rimarrò a riposo per almeno 36 ore e poi via.., Springfield Missouri mi aspetta. Ho programmato di arrivarci giovedì 14 maggio in serata.

 


 

MARTEDì 12 MAGGIO 2009
Terzo riposo
12 maggio 2009
In mattinata gli amici escono dal campeggio con le biciclette e vanno a cercare un market. Rimango solo dentro il motorhome (anche se volessi non posso scendere senza un loro aiuto). Esaminando vari pensieri, mi accorgo di avere una sensazione di apprensione. I ragazzi sono favolosi ma un po’ troppo svampiti o frivoli. Ho già avuto modo di constatare che smarriscono oggetti a causa della loro superficialità. Ieri infatti, si sono accorti di aver perso la catena che teneva legate le biciclette nel portabici perché hanno dimenticato di chiudere il lucchetto, come anche partire dalla piazzola del campeggio lasciando attaccato il cavo della corrente all’RV o non ricordare dove stanno le riduzioni per la spina americana dei 110 volt. Ma a parte queste marginali note, probabilmente sono sempre io ad essere esagerato. Sono troppo meticoloso e fin troppo preciso o pignolo, ma quando non si ha possibilità di recuperare il tempo perso o aspettare che vengano risolti eventuali guasti, questa mia meticolosità aiuta a preservare i grattacapi. Dopo pranzo passo in relax il pomeriggio (ne ho vitale bisogno), ricarico le energie e mi preparo per domani.

 


 

MERCOLEDì 13 MAGGIO 2009
Tredicesimo giorno di marcia
13 maggio 2009
Ci svegliamo con un bel sole che scalda la giornata. Come già constatato nelle giornate trascorse non m’illudo che il bel tempo sia duraturo, infatti veniamo puntualmente avvisati che un tornado potrebbe stopparci gli entusiasmi. Nel lasciare il camping passiamo dalla reception e chiediamo quali precauzioni adottare. Ci informano che uno stato d’allerta aleggia nei notiziari TV e sarebbe opportuno sostare vicino ad un market o in un altro camp ground o in albergo, ma comunque sempre vicino a delle costruzioni stabili dove hanno dei rifugi anti cicloni (solitamente bagni o lavanderie dove non ci sono finestre o contatti con l’esterno). Decido di partire e sfruttare tutto il tempo a disposizione. Il vento che soffia da sud ovest, è veramente caldo e forte, tanto da rallentarmi ed affaticarmi notevolmente. Ora riesco a capire come una calamità naturale di tale entità sia possibile. Mai avrei immaginato che un tale vento caldo possa opporsi ad uno freddo (come quello che soffia dai laghi del nord) e scontrarsi in queste enormi lande dove non esistono barriere naturali che interrompano la collisione. Adesso capisco pure perché sia dai notiziari radio, come da siti internet, come pure da specifici canali TV gli abitanti di questi territori contemplino continuamente le previsioni meteo (che raramente sbagliano). Comunque, tornando alla mia pedalata, anche oggi percorro una cinquantina di chilometri nonostante i continui sali e scendi ed un costante forte vento contrario. Non ho note di rilievo da citare, soliti paesaggi, frontage road e colline. Come programmato alla partenza, decido di fermarmi a Marshfield MO. La causa sono gli avvertimenti dei forti temporali in arrivo. E pensare che il sole di oggi è così limpido e caldo, ma meglio non fidarsi dell’ingenua inesperienza. Puntuale come un cronometro, all’imbrunire il cielo si macchia di uno scuro poco raccomandabile. Vediamo che alcuni vicini di camper come altri clienti del motel, stanno coi cuscini, coperte ed animali domestici pronti ad infilarsi in detti rifugi. All’orecchio tengono un cordless con il quale parlano fra loro. Il temporale che arriva e di singolare devastazione. Lampi, tuoni e vento di rara potenza, ma incuriositi di essere al prospetto del nostro primo tornado stiamo alla finestra ad attendere l’evento. La TV (spesso salta la ricezione) avverte di stare pronti ad evacuare le abitazioni mobili, assai diffuse nel territorio, e qui la curiosità lascia il posto alla preoccupazione. Non succede nulla di grave e scampiamo il pericolo. La tempesta ci ha appena sfiorati passando poco più a sud. Comunque ha solo devastato qualche casa e lasciato un morto. Domani dovrebbe tornare una decente giornata da permetterci di arrivare a Springfield MO.

 


 

GIOVEDì 14 MAGGIO 2009
Quattordicesimo giorno di marcia
14 maggio 2009
Verso mezzo giorno, partiamo da Marshfield e prendiamo la direzione Springfield MO. La giornata è soleggiata, calda e non ventosa. Anche oggi si percorre la strada simile ai giorni passati con la sola differenza dell’ultimo tratto che da scorrevole diventa cittadino, trafficato e poco tranquillo. Ho iniziato ad avere un referenziale timore nell’attraversare le città e questa di Springfield MO è discretamente grande. Nei ragazzi aleggia un silenzio che non codifico, quindi mi adeguo e mi concentro nel pedalare. Forse son stanchi di quello che mi hanno offerto e li giustifico pienamente. Per loro penso sia pesante assecondarmi senza visitare i posti o fare un pò da turisti. Comunque venerdì sera arriverà il cambio accompagnatori e rivedere le prassi adottate fino ad oggi, non potrà che giovare all’impresa. Sono stanco, dividere i piccoli spazi con altre abitudini non fa più per me. Mi manca il mio Brandino e quando tornerò in sua compagnia, mi eclisserò senza dover più pensare a quello che devo fare, non dover più chiedere e faticare. Disabilità ed autonomia sono parole difficilmente abbinabili.
P.S. giorni fa ho chiesto ai ragazzi se mi facevano una relazione con impressioni, giudizi e conclusioni della loro tratta. Ho pensato fosse interessante leggere nel forum altri punti di vista.

 


 

VENERDì 15 MAGGIO 2009
Quindicesimo giorno di marcia
15 maggio 2009
Preparato il camper per il cambio accompagnatori, ci avviamo all’aeroporto di Springfield MO e ritirare una macchina a noleggio. Fatto questo andiamo al punto dell’arrivo di ieri ed iniziamo la traccia odierna. Vorrei arrivare alle porte di Carthage e percorrere tanta più strada possibile nel pomeriggio. La giornata si presenta assai ventosa ed infinitamente dritta con tanti soliti sali e scendi, ma alla fine arrivo dove mi ero programmato, mi resetto ed aspetto che i gli amici Claudio ed Alberto tornino con la macchina a prendere il cambio accompagnatori all’aeroporto di Springfield. Ed ecco il primo inconveniente:
mi telefona ROBERTO che dice che rimarranno per la notte a Dallas. La compagnia aerea li ha fatti scendere (non ho ben capito il perchè) per aspettare una coincidenza del giorno dopo.
Questo non ci voleva proprio. Significa che dovranno arrivare soli al mio appuntamento (penso con un taxi) perchè gli altri partiranno prima. Poi mi dicono che arriveranno a Springfield verso le 18,30 con due cambi volo. Questo aggiunge altri piccoli fastidi perchè passerò tutta la giornata solo ad aspettare che loro arrivino e senza un aiuto sull’RV non posso salire. Proprio non mi aspettavo una simile scocciatura, ma valorizzerà ulteriormente la già difficile impresa.

 


 

SABATO 16 MAGGIO 2009
Quarto riposo
Sono rimasto solo qui a Carthage ad aspettare che arrivino gli altri amici accompagnatori. Ne approfitto per fare un resoconto del primo turno oltre a delle impressioni con analisi priorità future. Questo primo gruppo mi ha veramente assecondato e viziato, fin troppo. Da parte mia vivo con il continuo assillo di portare a termine l’impresa. Non sorrido, non mi svago ma sono continuamente concentrato sul poi. Questo non giova ne alla mia persona ne agli accompagnatori che ne risentono del clima teso. Dovrò fare un “mea culpa” e cercare di modificare l’approccio futuro. Comunque ieri ho superato i 1000 (mille) km di strada percorsa e questo rispecchia il programma preventivamente stilato. Ci sono vari punti che rimarranno indelebilmente impressi nei miei ricordi:
– il repentino e continuo cambio del meteo
– l’assillante rumore
– il calore degli americani nell’incrociarti
– una miriade di animali morti investiti
A tal proposito cito una scena che mi ha fatto pedalare con lacrime di dolore.
In questi territori vive un animaletto color grigio chiaro simile all’orsetto lavatore veramente mite e simpatico. In caso di pericolo, è solito posizionarsi a gambe all’aria in segno di resa. Ebbene, nell’incrociarlo sull’altra corsia, lo ho visto fermarsi e girarsi in posizione di resa spaventato dal solito rumore di questi assurdi mezzi americani. Nulla da fare.., l’arrivo dell’auto lo ha lasciato per sempre in quel punto… ed io che nulla ho potuto, posso o potrò fare, devo mestamente accettare la scena e continuare per il mio cammino…! Il mio pensiero è andato immediatamente al mio Brandino che mi manca continuamente.
Cambiando argomento devo assolutamente ringraziare chi ad oggi mi ha permesso di arrivare fino a Carthage Missouri:
Ing. Lino Squarza – amico accompagnatore
Claudio Orsi – amico accompagnatore
Alberto Lanzoni – amico accompagnatore

 


 

DOMENICA 17 MAGGIO 2009
Sedicesimo giorno di marcia
17 maggio 2009
In compagnia del nuovo gruppo accompagnatori, si preparano le attrezzature e ci si invia al punto di arrivo di due giorni fa. Come previsto, nel riprendere dall’inizio con i vari automatismi, si perde un pò di tempo. Spiegare le nuove consegne o come comportarsi durante la corsa, porta via altro tempo. In oltre (già messo in preventivo) l’attraversare questa prima cittadina di Carthage, sembrava una totale banalità, ma puntualmente è arrivato l’ennesimo sbaglio di navigazione. Mantengo la calma e faccio presente ai ragazzi che l’elementare strada tracciata, sarà piena d’imprevisti o sbagli. Bisognerà stare attenti alle mille sfumature per non incappare in altri sciocchi errori. A tavolino tutto sembra così evidente e facile, nella pratica tutto si trasforma in un gran caos. Solo l’attenzione e la fotografica memoria delle cartine preventivamente studiate e discusse, aiuta a non commettere altre assurdità. Anche se acerbi, sembra abbiano capito che bisogna prefissare un piano e la sera stessa si discute il da farsi futuro. Passiamo il confine del Missouri, entriamo nel Kansas (in questo stato si percorreranno una trentina di miglia solamente) ed arriviamo a Baxter Springs, cittadina posta al confine tra Kansas e Oklahoma, per la fine giornata.