Illinois
Principali tappe:
Chicago (1), Cicero (2), Dwight (3), Pontiac (4), Normal Bloomington (5),
Funks Grove (6), Mc Lean (7), Lincoln (8), Broadwell (9), Springfield (10),
Litchfield (11), Mitchell (12), East Saint Louis (13)
SABATO 25 APRILE 2009
ORE 19,10 ARRIVATI A CHICAGO
Eccoci qui
Freschi come rose (si fa per dire), felici e contenti di ciò che faremo. Un viaggio lungo ed un pò burrascoso a causa delle cattive condizioni meteo che ci hanno fatto assaggiare un atterraggio non ideale per i deboli di cuore. Infatti prima dell’atterraggio ci hanno fatto volare per ben 1 ora e mezza sopra Chicago aspettando che calassero quelle raffiche di vento oltre quel temporale che ha riempito d’acqua le piste. Al ritiro bagagli manca una borsa rallentando ulteriormente il saluto a Lino pronto ad attenderci all’aeroporto. Ma tutto ciò non ha intaccato il morale ed ora, anche se un pò infreddoliti e bagnati, siamo prontissimi per svolgere tutte quelle commissioni preventivamente programmate. Incredibile la fortuna nell’aver trovato la disponibilità dell’amico Lino per recuperare ste tre cariatidi un pò in confusione. Si è rivelato un importantissimo colpaccio da un milione di $ (per bacco, non sono ancora passate 24 ore che già ragiono in termini di biglietti verdi)
il progetto 6six
DOMENICA 26 APRILE 2009
Tastando il territorio e primo autografo
Iniziano i primi contatti con indigeni locali. Appena sbarcati abbiamo sondato i luoghi. Si sono fatti avanti indiani in pareo che al nostro passaggio hanno mostrato reazioni di amichevole approccio. Sono iniziati i primi scambi di merci, caffè, mais, tabacco e sassolini colorati e ci siamo imbattuti con un orda di festosi bambini urlanti. Sono seguiti scambi di opinioni, mimando con gesta le nostre intenzioni. Nel pomeriggio siamo andati in un negozio della Verizon per preparare le comunicazioni coi futuri cambi. Spiegando il perchè dei nostri acquisti, l’indigeno Nick ci ha fatto richiesta di un autografo su una sua rivista di ciclismo ed una foto ricordo.
LUNEDì 27 APRILE 2009
Preparazione materiali
In prima mattinata mi è stata fatta una intervista telefonica da una emittente radio del posto. Le comunicazioni telefoniche sono ancora un piccolo ostacolo all’integrazione, se poi ci si aggiunge anche un cellulare con scarso campo, ciò si trasforma in impossibile. Poi passiamo tutta la mattinata al montaggio della handbike e nel pomeriggio andiamo a ritirare il motorhome o RV. Il tempo di Chicago è incredibilmente variabile da non poter programmare nulla se non a breve scadenza. Un detto del posto dice:
Se il tempo non ti piace, aspetta cinque minuti. Domani comunque viste le previsioni meteo, prevediamo di partire nel primo pomeriggio e finalmente si daranno inizio ai giochi.
MARTEDì 28 APRILE 2009
Partenza da Chicago (170 mt s.l.m.)
Ci svegliamo di prima mattinata, prepariamo i bagagli e carichiamo l’RV. Dopo averne provate di tutte, siamo obbligati a non portar con noi le casse dei materiali, quindi carichiamo i soli materiali completamente smontati e li stiviamo nei tanti scomparti bagagli. Lasciamo le camere d’albergo e ci avviciniamo al luogo dello start. L’umore è ottimo e la pioggia sembra non dover ostacolarci. In prossimità della partenza parcheggiamo in un punto non proprio a doc, ma sotto il controllo di un permissiva poliziotta ci prepariamo a cavalcare l’asfalto. Soffia vento da nord che raggela la giornata, controlliamo di essere sufficientemente vestiti e ci accomodiamo sulle bici. Due foto di rito e VIA, l’impresa ha inizio. Subito il percorso non si presenta esattamente come ci aspettavamo, e con il continuare è anche peggio. Strade trafficatissime, continui rischi al bordo corsia e case, case ed ancora case di ghetti da grandi metropoli. Uno squallore totale che nulla a che vedere col sogno che mi ero prefissato, ma ora sono in ballo e decido di accettare (a malincuore) tutta sta america dei grandi miti. Arriviamo a Joliet come prefissato e ci accampiamo in un parcheggio semivuoto.
MERCOLEDì 29 APRILE 2009
Secondo giorno di marcia
Dopo aver passato la nottata all’insegna dell’insonnia dovuta alla sistemazione non abituale per la mia disabilità, un continuo via vai di treni urlanti, pensieri ecc, ci avviamo ad un Mall (grandi magazzini) per far scorta di cibi, bevande ed accessori vari. Ci raggiunge anche l’amico Lino, che nel frattempo ha già comprato delle catene con lucchetto e poi ci accompagna ad acquistare un portabiciclette per RV. Questo attrezzo risulta essere decisamente indispensabile. Il freddo, la strada disastrata, il traffico poco tranquillizzante e la nottata passata insonne, si rivelano deleterei per la giornata di oggi. L’inizio è ancora decisamente sconfortante, perché sia il traffico, che le strade insidiose e le continue buche, continuano a logorare il passo, ma fortunatamente si cambia musica nel breve. Le strade iniziano ad essere molto meno frequentate e le continue case lasciano spazi a luoghi di enorme verde e natura. La US Route 66 si affaccia al nostro cammino lasciandosi alle spalle il solo bel nome e comincia a dar vita all’invidiato sogno di un mito crescente. Attraversiamo il paese Gardner che trasmette tutto il fascino della mitica 66. Poi si alternano lunghissimi e drittissimi rettilinei che costeggiano la IL 55 a paesetti particolarmente retrò. Infine ci accampiamo a Odell. Altro piccolissimo centro che ci accoglie con un cagnolino festoso che scappa dalla padrona, attraversa la strada e mi salta in braccio leccandomi con innocente affetto.
GIOVEDì 30 APRILE 2009
Terzo giorno di marcia
Il motorhome ci ha ospitati in una notte un po’ tempestosa. Al mattino appena svegli la perturbazione è anche peggiorata. No problem, penso, appena cala la pioggia decido che si parte ugualmente, tanto abbiamo in appoggio il bestione pronto a recuperarci nell’impossibilità di continuare. Facciamo una piccola sosta a Pontiac, dove ci aspettano una rappresentante della cittadina ed il direttore del museo US Route 66. Probabilmente non si aspettavano una mia visita così fugace, ma oggi avevo tanti altri km da fare per ultimare la prefissata tappa. Anche il mal tempo ha la sua valenza per spingermi ad andare avanti senza soste. Ora il panorama cambia, e ritorna la gioia di continuare per questo sogno. Drittissimi e lunghissimi rettilinei che affiancano la interstate IL55, coi camionisti (bestioni incredibilmente lunghi) che d’ogni tanto ci mandano segnali di saluto (almeno così penso o spero). Infiniti campi di mais con enormi silos a fianco la ferrovia. Comunque tutto procede come da programma ed a parte un forte vento contrario che mi affatica e rallenta per tutto il tragitto arrivo nella cittadina di Normal Bloomington come prefissato. L’impatto con il circondato è sicuramente di ottimo auspicio, tanto che si decide di passare la giornata relax in loco. Domani sarà una giornata all’insegna dei rifornimenti, di ripristino serbatoi motorhome e di recupero fisico, in oltre sarà una giornata dedicata anche all’amico Linus che in serata ci lascerà per tornare ai suoi impegni. La presenza di questo infaticabile e prezioso amico, è stata di vitale importanza per l’avvio dell’avventura. Grazie Lino, troppe volte ci hai tolto da insolubili fastidi e senza il tuo aiuto, il progetto 6six non so se avrebbe spiccato un così lineare volo, ma abbiamo ancora domani per farti ubriacare e cercare di dissuaderti dall’andartene…..!!!
VENERDì 01 MAGGIO 2009
Primo riposo
Oggi si eseguono quelle operazioni sfruttando il giorno di riposo articolazioni. Sembra che trovare una connessione ad internet sia ben più difficile di quel che si immaginava. Comunque farò i debiti aggiornamenti del forum e quando mi sarà possibile saranno online. Probabilmente potranno passare vari giorni, ma non mancherò di aggiornare questo diario con foto. L’inestimabile aiuto di Lino da oggi non sarà più fruibile. Nella mattinata di sabato, prenderà il volo per Los Angeles e quindi rimarremo noi, la strada ed i tanti chilometri. Iniziavamo a prenderci gusto dei suoi continui favori, ma da ora in poi stop coi vizi e prenderemo le nostre responsabilità. Passiamo buona parte delle operazioni accompagnati anche da un amico del posto Larry Sears (conosciuto anni prima a Parma) ed in serata ci passa a salutare anche Jerry, un contatto mail e nuovo ciclista che ci accompagnerà nella giornata di domani. Nell’aggiornare questa pagina, colgo un velo di tristezza nel pensare al mio cagnolone lontano da me e nel sapere che dovremmo sbrigarci nell’organizzare la manutenzione del motorhome.
SABATO 02 MAGGIO 2009
Quarto giorno di marcia
Chiamo l’amico che mi ospita il cagnolone e conferma che Brando mangia, gioca ed ha iniziato con le prime lezioni di obbedienza. Comunque tutto bene. Passata questa premura di sapere come se la passa il Brandino, prepariamo l’occorrente e si parte in direzione sud-ovest. L’amico Jerry, pronto ad incontrarci dal parcheggio dello stop di ieri, ci aiuta ad uscire dalla città seguendo la Route 66. Dopo una decina di miglia ci troviamo con altri due ciclisti per fare altra strada insieme. Il clima ed il paesaggio che ci accoglie sono ottimi per cercare di avanzare oltre, e così, dopo esserci congedati dagli altri ciclisti, proseguiamo in direzione Lincoln ed ancora più in là fino a sostare a Elkhart. Claudio ed Alberto, si fanno un giretto al piccolo bar del posto e tornano euforici dell’ospitalità ricevuta. Mi fanno presente che questo piccolo centro è rinomato per essere chiamato “Corn town” la città del mais, dove lavorare è duro ma il divertirsi lo è ancor di più. Comunque passiamo una tranquilla nottata all’insegna del comune pensiero che siamo diventati una piccola celebrità locale.
DOMENICA 03 MAGGIO 2009
Quinto giorno di marcia
Dal risveglio di oggi, mi accorgo di essere infastidito. In realtà non saprei di cosa, visto che gli amici d’avventura sono assolutamente disponibili e presenti. Forse sto avanzando col pensiero e penso che nei futuri cambi non sarà sempre così in sintonia. Piccole apprensioni nel vedere un sogno alla nascita del realizzo. Boh. Comunque ci avviamo per cavalcare altre sconosciute miglia. Mi preoccupo di sapere quali futuri ostacoli potremmo incontrare. Mi viene fatto presente che il ponte della 66 sul Mississipi è una pista ciclabile, non percorribile da automezzi. Questo ponte, di antica concezione, molto probabilmente sarà sotto il livello dell’acqua del grande fiume che in questi giorni è particolarmente alto. In oltre sarebbe opportuno attraversare la zona est della grande città di Saint Louis durante la mattina della domenica. Sembra essere ancora una zona malfamata, ma in quel giorno ed a quelle ore i balordi sono a dormire e quindi non si dovrebbero incontrare problemi. Anche se a malincuore, nell’evenienza dell’acqua sopra il livello e se arriverò a East Saint Louis in momenti non opportuni, mi vedrò costretto a passare da un’altra strada fattibile. Per descrivere la giornata nel diario di oggi trovo pochi spunti di nota. La strada percorsa è dissestata e poco rilassante. Solo il paesaggio di infinite coltivazioni di mais e soia ti appagano la fatica. Prima la mancanza di segnaletiche (qui entra in fortunoso gioco, la presenza degli amici ciclisti di Springfield che ci accompagnano nella campagna), poi un asfalto decisamente da rifare, mi fanno accusare fatica e fastidi fisici. Ma anche oggi finisco il chilometraggio oltre la previsione e si trova un camping per RV dove pernottare in serenità.
LUNEDì 04 MAGGIO 2009
Sesto giorno di marcia
Passata una serena nottata in un campeggio, facciamo i vari controlli con ripristino dell’RV. La curiosa entrata del campeggio mette ben in evidenza il cartello che indica dove confluire in caso di tornado. Queste avverse veloci tempeste iniziano ad inquietarmi un pò. Mah. Il vicino di piazzuola del campeggio, ci indica un sito militare dove si possono monitorare le previsioni meteo. Alla cassa ci accoglie una affascinata signora che ci dona alcune cartoline, ci elargisce un sostanzioso sconto e ci chiede di parlare ancora in italiano per suo piacere. Torniamo allo stop di ieri. La strada odierna non mostra nulla di particolare da descrivere. Ci sono alcune interruzioni che ci obbligano a trovare e fare strade alternative. Verso la fine della banale tratta, riprende un buon asfalto che mi permette di andare con fluido rotolamento. Decido di passare la nottata a Mt Olive. Domani voglio arrivare alle porte di Saint Luois per poi attraversare il rinomato “Chain of Rocks Bridge” sul fiume Mississipi e sostare dopo l’uscita della grande metropoli. Sono molto incuriosito di vedere questo mastodontico fiume, come anche molto infastidito dal dover attraversare un’altra grande città che di fascino stradale ne avrà sicuramente poco (vedi i passati grandi centri).
MARTEDì 05 MAGGIO 2009
Settimo giorno di marcia
Come programmato arrivo alle porte di Saint Louis a metà pomeriggio. Cerchiamo il camp ground per RV che è situato a lato della Route 66 e prendiamo il posto. La giornata passata sulla strada non ha nulla di diverso dalle passate. Una fotocopia di ieri che macina qualche chilometro in più. Forse una sola piccola eccezione, l’attraversare la bella cittadina di Edwardsville. Per sondare la strada dentro la grande città prendiamo un’auto a noleggio. Vista la libertà d’azione abbiamo qualche oretta per osservare anche il grande ponte che attraversa il fiume Mississipi e che sconfina nello stato Missouri dall’altra sponda. Vista la temperatura ottimale pensiamo di cenare nella piazzola attigua all’RV, ma assaliti da una notevole quantità d’insetti torniamo nell’abitacolo del motorhome. Infatti nessun altro ospite del campeggio cena all’aperto.
MERCOLEDì 06 MAGGIO 2009
Secondo riposo
Perlustrata la strada da percorrere domani, mi faccio riaccompagnare nell’RV per programmare la giornata seguente. Gli amici Claudio ed Alberto vanno a vedersi una partita di baseball fra i Saint Louis Cardinals ed i Pirates di Pittsburg. Mestamente non mi lascio trascinare in questa piacevole serata, devo pianificare le prossime giornate. Spero verrano altri momenti di relax mentale, ma ora ci sono ancora tanti piccoli tasselli da collocare nei giusti posti. Sto vivendo quest’impresa con l’ottica di cavalcare tutta la strada Route 66 e non voglio distrarmi dalle priorità. Comunque non capto alcun fastidio nel rimanere solo nell’RV. Per gli amici accompagnatori non sempre è così, spero che a seguire non si abusi di questi fuori-programma. Come sempre ho detto e ripetuto, io non considero quest’avventura come una vacanza alternativa. Anche se da loro non potrò mai pretendere oltre quello che già mi stanno offrendo, non mi stancherò mai di ringraziarli, io considero questo “Progetto 6six” come una priorità da portare a termine. Chi mi ha aiutato economicamente come tecnicamente, deve sapere che la loro collaborazione sarà impiegata solo ed esclusivamente per ciò che gli è stato promesso ed è mia ferma intenzione non deluderli.
GIOVEDì 07 MAGGIO 2009
Ottavo giorno di marcia
La mattinata inizia con un problemino all’RV. Fortunatamente lo risolviamo velocemente e aiutati da una splendida e calda giornata di sole ci prepariamo a lasciarci alle spalle l’Illinois passando il “Chain of Rocks Bridge” sul fiume Mississipi. Entrati in Missouri, la città di Saint Louis sembra passare senza intoppi, ma ben presto ci accorgiamo che abbiamo parlato senza sapere cosa ci aspettava. Strade con continui sali e scendi, molto trafficate e raramente segnate da cartelli della Historic Old Route 66. Un grave errore nel girare a sinistra ci ha immessi nell’interstate IL 270 direzione South. Presi da un momento di totale panico e vista l’impossibilità di andare avanti (eravamo nel bel mezzo del traffico con una miriade di rumorosi mezzi che ci sfrecciavano sia a destra che a sinistra), ci siamo fermati nello spazio di uno svincolo e fatto un Pit Stop da formula 1 siamo tornati coll’RV all’incrocio dell’errata svolta. Sembrava di essere nel mezzo dell’autostrada del sole quando il traffico obbliga dei rallentamenti. Passato anche questo reale spavento, in un passaggio all’interno di un favoloso parco con ville da sogno, non avrei mai immaginato di superare una salita lunga circa 500 mt. con una pendenza impegnativa (il GPS mi ha segnato punte di oltre il 20% ed una media del 15%). Per una sorta di piccole sviste mi ritrovo a pedalare su una trafficata e grande strada che mi fa decidere di concludere la traccia odierna nella cittadina di Felton. Avrei voluto arrivare poco più avanti, ma non posso abusare del mio fisico e della disponibilità degli accompagnatori, oggi particolarmente provati dai continui pericoli. Dopo un cinque ore di stress fisico e psicologico devo assolutamente fermarmi, ordinare le idee e sapere quale strada alternativa percorrere domani.