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NORBERTO, cuore d’ebano
Fasi salienti (up, midddle, down) :
1 – Norberto e la sua infanzia / gioventù
Un’infanzia normale come tanti giovani di quei tempi. Un padre ufficiale dell’esercito che gli dedica poco tempo e pochi insegnamenti. Norberto si affeziona molto al nonno materno, dal quale ha preso il nome e ispirazione su come vivere. Passa con lui molte ore ad ascoltare le storie della guerra in russia o di quando era partigiano e di come la fierezza, onestà e anche le lotte corporali (nella vallata era temuta la sua forza e irascibilità) lo hanno forgiato e cresciuto.
Motivazioni e perchè del football americano:
Nella scuola superiori, ITIS di Parma, fra un prof di ginnastica, studenti universitari americani che frequentano la palestra della scuola, amici vari e alunni della scuola, fra cui anche Norberto, nasce l’idea di creare la prima squadra di football americano di Parma chiamati Panthers. Il team di football americano italiano narrato dallo scrittore John Grisham nel suo famoso romanzo Playing for Pizza.
2 – Football americano
Inizia a giocare a football americano, perchè insieme ai compagni di squola e altri amici della palestra fondano la prima squadra di Parma, i Panthers. La natura dona a Norberto un carattere esuberante ma piuttosto aggressivo e un discreto potenziale fisico con sprezzo del suo corpo. Sono queste le caratteristiche a definire un ruolo adatto a lui. La difesa, così impara a giocare a football americano nel ruolo di middle line backer. La primissima amichevole ufficiale viene giocata a Parma, ma la partita viene sospesa per rissa. Norberto è molto giovane e leggermente spaventato da questo esordio. Poi impara che in campo non teme più il dolore, anzi lo cerca. Lo cerca per trasformarlo in forza e adrenalina. In campo, vuole diventare qualcuno che fuori non ha ragione di esistere.
Agli inizi della carriera di giocatore, passa momenti difficili quando a causa di un incidente in moto lo operano ad una gamba fratturata. Poi i medici gli dicono che non avrebbe più potuto giocare, invece lui continua ad allenarsi con ostinazione e dopo due anni è con la nazionale italiana a Helsinki.
Vince il campionato europeo per nazioni nel 1987 a Helsinki, facendo anche il record dei placcaggi. Nel suo ruolo viene considerato uno dei più forti giocatori d’Europa. Gioca in varie squadre italiane (Parma, Milano, Bologna Bolzano) ed è uno dei fondatori dei Panthers di Parma, la squadra di football americano che ha ispirato John Grisham a scrivere il suo romanzo Playing for Pizza.
A Norberto non interessa giocare per il mero guadagno o per vantarsi dei risultati e allori. Dopo aver vinto il titolo europeo, abbandona il Blue Team (la nazionale italiana) perchè preferisce giocare per un team di città, con la forte passione dello sport senza troppi vincoli d’immagine o di obblighi economici.
Sensazioni generali di gioco:
Prima di ogni partita ama ricaricarsi con la musica classica, Chopin, Mozart, Vivaldi o i Rondò Veneziano. Una partita dal momento preciso del kick off, è tutta adrenalina allo stato puro, in campo e sugli spalti. Si parte alla conquista del territorio, come vecchi pionieri di confine. Poi arrivi a un punto in cui non senti più nulla, né il peso né l’ingombro di quelle strane protesi, il casco, le spalliere, i parafianchi, i paragambe. Tutto. Norberto in campo, è in totale trance agonistica.
3 – Roberta
Durante il momento di massimo splendore sportivo, Norberto conosce ed impara ad amare Roberta. Nella sua travolgente bellezza, dolcezza, simpatia ed intelligenza, Norberto trova risorse per ricaricarsi. Un sogno e felicità per un periodo troppo breve. Una favola vivente. Ma Norberto è ancora troppo giovane per capire quale tesoro di donna ha vicino, vissuto reciprocamente con vero amore. La relazione finisce senza una vera fine perchè d’ogni tanto si rivedono. Ma quando Norberto dice veramente basta, inizia un periodo buio e si rifugia sempre più nello sport.
Motivazioni e perchè del viaggio in Africa:
Dopo il distacco dalla donna tanto amata, Norberto è sconcertato, demoralizzato e deluso dall’amore. In quello stato emotivo assai precario, vuole fuggire dalla realtà, sperando di ritrovare la serenità fra gente semplice o bisognosa. Decide di andare in Africa per conoscere luoghi difficili, selvaggi e primordiali, anche per vedere come la gente di quei paesi, può vivere senza un apparente nulla.
4 – La prima Africa
Dar Es Salaam, capitale della Tanzania 1992.
Norberto esce dalla costruzione dell’aeroporto e osserva quella periferia di città africana. Degrado e disordine, vede soltanto sporcizia e povertà.
Dopo un viaggio di quasi un giorno e mezzo, su un autobus stracolmo di gente, bagagli e odori, attraversa un parco nazionale dove vede tutti i tipici animali della savana. Arriva nel cuore della Tanzania alla missione del villaggio Matembwe. Conosce Claudio ed il suo cane. Benja. Fedele compagno di svago, che nelle stellate serate Africane, fa gran compagnia e guardia. C’è anche un ragazzo aiutante tuttofare del posto. Moses.
E’ una splendida e calda giornata di sole. Norberto gira per la missione e trova nei magazzini dell’officina, una vecchia moto Laverda da cross. Riassestata alla meglio, fa dei sopraluoghi nei dintorni. Al suo passaggio le donne di ritorno dal loro pellegrinare, grandi ceste in bilico sulla testa, lo salutano con la mano ritraendosi sul ciglio della strada. Anche i bambini gli corrono incontro festosi, a piedi nudi, sporchi di fango.
In un villaggio a fianco la missione, un uomo ubriaco spinge via malamente una donna. Norberto interviene a difesa della donna e colpisce l’uomo facendolo cadere a terra. Lui si rialza e scappa via tra il disappunto suo e degli altri uomini. Norberto va al cospetto del capo villaggio accompagnato da Claudio come interprete. Il capo, pretende che Norberto porga le sue scuse a quell’uomo.
Prima di agire deve imparare a conoscere le usanze e culture di quei luoghi.
Visita il progetto di Matembwe, cioè la zona che comprende l’allevamento dei polli, il mangimificio, il nuovo centro sociale del paese e l’officina. Poi va fin giù alla diga e verifica il buon funzionamento delle turbine.
Caricata la macchina pick up di attrezzi da lavoro e persone (manovali), andiamo a Ikondo dove controlliamo un nuovo progetto. Questi africani in piedi sul cassone del Pickup e al freddo ridono continuamente, parlano e scherzano, come quelli nell’abitacolo con Claudio. Così tutto il viaggio è allegro.
E’ il periodo delle piogge. Torniamo a Matembwe ma rimaniamo impantanati con il fuoristrada a bordo strada, col rischio di dormire lì. Scemata la pioggia, messe le catene da fango al fuoristrada e con l’aiuto delle persone, torniamo a casa.
Influenzato dai ritmi blandi dei luoghi, dai colori, odori e la bellezza di questa natura incontaminata, dai sorrisi e semplicità di questa gente, Norberto scopre, che i rancori e fastidi del suo mondo lo abbandonano. Ma Roberta è sempre presente in lui, anche se pensare a lei non gli reca più malumori, anzi, ora è rilassato. Inizia a gioire e coltiva il dono della pazienza. Insieme a Claudio si pianifica la settimana di lavoro e poi vanno a dormire.
Partiti di prima mattina, Claudio e Norberto hanno un grave incidente d’auto. Norberto è privo di sensi…
Dai referti medici l’incidente è datato:
“martedì 15 dicembre 1992”.
Sensazioni Africa:
Con la scelta di andare in Africa Norberto non se la è mai presa, né con Claudio o con altri. Pensa che solo il destino decide per noi. Comunque anche se i postumi dell’incidente ha totalmente cambiato il suo modo di pensare, agire e vivere, ringrazia quella curiosità che tanto lo ha spinto ad intraprendere una tale e costruttiva esperienza di vita. Là, dove è andato a cercare risposte, torna con altre domande.
5 – Coma / ospedale:
Quei quasi due mesi di coma, sono un totale niente come essere sotto anestesia totale. In quel lasso di tempo non sogna, sente o ricorda assolutamente nulla. Norberto è convinto di vivere in un sogno, che presto si sveglierà e tutto tornerà come prima. Poi capisce e realizza che non è un sogno ma realtà. Paralizzato dalla vita in giù. Destinazione sedia a rotelle a vita.
Lo portano in riabilitazione. In questa fase di recupero Norberto è sofferente, incazzato col mondo e rabbioso per il non voler accettare questa grave menomazione fisica. Vive quei giorni passivamente. I dolori gli affliggono il corpo storpiato e rimane sgomento con la frustrazione di non tornare libero dai mali. E quando arriva l’ora del sonno e calano le ombre, si accendono quelle tiepide luci azzurre d’ospedale che lacerano il sonno. Ma in ospedale si sente al sicuro. Dopo un pò di tempo inizia anche a starci bene. Sempre tanta gente e le donne del personale ospedaliero che lo assistono e curano. A volte sono anche compagne di svago. Tutto a misura di disabile, con altri disabili e mentre fa dei confronti, capita di sentirsi meno invalido. Meno storpio. E poi la disabilità diventa per lui come una novità da esplorare. Una curiosa novità fatta di tante piccole conquiste quotidiane. Imparare a restare seduto sul letto, lavarsi, vestirsi e girare in carrozzina. Piccole vittorie quotidiane che sono motivo di gioia. Fra ospedali e centri di riabilitazione (unità spinali) sono 16, i mesi totali di ricovero.
Per sua fortuna Norberto conosce subito Alessandra. Il tecnico ortopedico che gli vende la prima carrozzina ed è grazie a lei che Norberto riprende coraggio, perchè, mentre si considera invisibile o inutile, lei lo nota ed inizia ad amarlo. E’ lì che Norberto ne ha più bisogno.
Ritorno alla vita quotidiana:
Molto del merito della voglia di riprendersi, Norberto lo deve ad Alessandra. Grazie alla sua paziente presenza, farlo sentire amato, importante e a volte necessario, donano a Norberto quella forza necessaria per uscire dal tunnel. Non si sente più solo.
6 – Ritorno alla quotidianità
Fuori da quell’ambiente d’ospedale, in mezzo a persone apparentemente normali, Norberto si sente diverso. Si sente l’unica stranezza dalla goffa deambulazione. E anche i pietosi sguardi di chi incontra, perchè e così che li vede in quelle primissime uscite, ne accentua la sensazione. Poi si abitua anche a questo e prova a vivere nuovi interessi e divertimenti.
Ascolta un suo vecchio desiderio e compra un cane dobermann che porta sempre con se. Continua a vedere e frequentare Alessandra, vanno a convivere a Piacenza dove allena per due anni la squadra di AF (defensive coach, vincendo due consecutivi Silver Bowl) e dopo un anno si sposano. Sono tranquilli e sereni, ma lui vive il rapporto senza la vera passione.
Dopo tre anni e una profonda riflessione, Norberto decide di uscire dalla vita di Alessandra. Pensa di aver confuso l’amore con riconoscenza e quindi divorzia.
Torna suo malgrado a convivere coi genitori in provincia di Parma e si riprende le passate abitudini, ma fatica a gioire. Fra cene, uscite e giornate di poco conto, Norberto capisce che subisce la vita, spreca tempo e opportunità. E la sedia a rotelle. Sempre lei, l’ultima cosa che vede prima di iniziare a dormire e la prima che vede appena si sveglia. Percorre il mondo, ma non si sente quasi mai di farne parte fino in fondo. A volte si sente giustificato negli errori o avventare pretese, diventa a volte arrogante o scostante e poi incolpa la disabilità dei fallimenti. Si senti sempre un po’ tagliato fuori, mai del tutto all’altezza. Cerca di capire i suoi errori e reagisce nuovamente per cercare di riprendere ad emozionarsi.
Per caso viene a conoscenza della handbike, una bicicletta a braccia adatta alla sua disabilità che lo incuriosisce.
Perchè l’handbike:
Da campione d’Europa quale si sente, Norberto vuole dimostrare ancora a se stesso che è all’altezza di quel titolo e vuole rimettersi in forma. Decide che un costante e vero esercizio aerobico, è il più salutare e meno invasiva soluzione per migliorare la propria condizione fisica.
7 – L’handbike
Il primo impatto è veramente imbarazzante, tanto da valutare se continuare o rinunciare, ma grazie al mai domo agonismo sportivo, si convince ad andare avanti. E’ pur sempre un ex campione d’Europa e qualcosa va dimostrato.
Il viaggiare su strade panoramiche senza l’obbligo di guidare un’auto, lo fanno risentire come parte attiva di un mondo che vive. Così, poco alla volta, prende confidenza con la bicicletta, riprende a gioire e tornato in buona forma fisica decide di correre delle maratone.
Decisione controllo medico:
In questa fase però, torna a bussare alla sua porta un destino malvagio che gli interrompe gli entusiasmi. Oltre che decidere per un altro stop. Ma determinato a non lasciare incompiuta l’opera di rigenerazione aerobica, senza perdersi in rinunce e/o sconforti decide di curarsi.
8 – Tumore
Si reca in ospedale a Milano per un controllo urologico di normale prassi e viene ricoverato d’urgenza per l’asportazione chirurgica di un tumore maligno. Non avendo figli, impegni, affetti o altro, vive questi giorni in assoluta serenità e tranquillità. Solo la responsabilità verso il suo cane Brando lo preoccupa un poco. Decide di concludere questa convalescenza, evitare ulteriori controlli e pensare solo a vivere attivamente. I postumi dell’ospedale e della riabilitazione gli hanno già rubato troppi giorni di libertà. Ma determinato a non lasciare incompiuta l’opera di rigenerazione aerobica non si perde in rinunce e/o sconforti e riprende ad allenarsi in handbike.
Motivazioni e perchè dell’impresa sulla US Route 66:
Dimesso dall’ospedale, Norberto riflette prima sull’incidente in Africa e poi al tumore appena operato. Reagendo con assoluta serenità e pensando che il destino potrebbe ancora fermarlo da un momento all’altro, Norberto ha la certezza che ogni giorno va vissuto e sfruttato finchè può ancora farlo e decide di realizzare un sogno. Fare un qualcosa di veramente speciale e unico per sfidare il destino. Parlando con un amico giornalista durante una cena, gli vengono accennate alcune imprese sportive in bicicletta, fra cui la RAAM (Race Across AMerica). Poi, una sera vede Forrest Gump, il film con un grandissimo Tom Hanks. Quando il protagonista bambino rompe i tutori delle gambe ed inizia a correre, sfrecciando tra splendidi paesaggi dell’America on the road. Da qui e affascinato dai racconti sulla RAAM, a Norberto viene l’idea e decide di fare un qualcosa di simile.
Perché non dare una svolta alla sua disabilità?
Ora o mai più.
9 – La US Route
Norberto passa mesi di meticolosa preparazione al progetto e decide che se non trova sponsor, si farà fare un prestito per finanziarsi l’impresa. Conosce Linus che accetta di aiutarlo ed assisterlo nell’impresa. Si rivelerà un prezioso ed essenziale aiuto. Partiamo da Chicago in un freddo e piovoso mezzogiorno di fine aprile. Norberto vive la US Route 66 in tutta la sua lunghezza. Ci scivola sopra a pochi centimetri di altezza, con il forte vento, quasi sempre contrario, che lo rallenta e affatica la marcia. L’accarezza nel suo duro cemento metro dopo metro. Una grattugia e vibrazione continua, che gli martirizza i reni. Lì sopra si incazza, si ammala, sogna ride e piange. Norberto nulla può fare nel vedere una miriade di animali morti investiti. Rischia nei vortici di un uragano dell’Oklahoma.
Non rallenta coi giornalisti, ascolta le storie e le sue melodie come la costante musica dei camion o del treno che urla. Preziosissima guida spesso al suo fianco. Pensa e riflette mentre pedala in relax su isolati e lunghissimi rettilinei.
Il grosso rischio del traffico e zone malfamate mentre attraversa le grandi città. E dove non vi sono “gangster”, auto e camion ad allertargli la marcia, teme di affrontare cani rabbiosi che fanno la guardia in poderi privi di recinzioni. Lo ospita nelle sue verdi praterie e vallate o all’ombra di infinite foreste. Cerca di imprigionarlo nelle sue bianchissime staccionate insieme alle sue pregiate mandrie e prova a sedurlo con incantevoli nitriti di possenti cavalli.
Nella sua prima metà, la 66 lo sfida con la noia dei sempre uguali paeselli o caotiche città, poi dal confine fra Texas e New Mexico inizia la bellezza che immaginava. Nell’ostico deserto californiano del Mojave, Norberto pedala nelle ore notturne sino all’alba, causa il troppo caldo diurno. Infine arriva al molo di Santa Monica in una calda tarda mattinata di metà luglio.
Conclusioni:
Norberto porta a termine un’impresa importante, sicuramente unica nel suo genere, ma la vive molto con il corpo e poco con la mente. Di questa impresa però, c’è una cosa che Norberto porta nei ricordi. L’America dei sogni “on the road” sulla mitica Route 66, dove ogni falsità può essere vera e ogni verità divenire falsa.
10 – Pesistica paralimpica Tornato dagli USA, Norberto è fiero della sua avventura felicemente conclusa ma deluso per aver poco gioito durante l’impresa. Vive col suo cane dobermann e smette di vedere gli amici perchè, non ricevendo festeggiamenti da loro, non ha voglia di veder nessuno. Loro non cercano lui e lui non cerca loro. La 66 lo ha cambiato un pò. Solo qualche giornalista gli dedica ampi spazi nei giornali Senza un preciso obiettivo, non ha più voglia di uscire ed allenarsi in handbike. Per cercare di mantenersi muscolarmente allenato, torna in palestra e si accorge via internet che da quell’anno, la pesistica diventa una disciplina paralimpica. SI allena assiduamente in palestra, vede che la forza è buona e vince il campionato italiano nella sua categoria di peso. Poco dopo viene anche convocato in nazionale a Roma, ma a causa di un infortunio alla spalla e l’avanzare degli anni, lascia l’agonismo e torna a vivere senza stimoli o interessi. D’ogni tanto viene invitato a ricevimenti mondani. Motivazioni e perchè della seconda Africa: Durante un meeting sportivo a Bologna, c’è l’incontro casuale con una persona che collabora con la ONG che svolge progetti in Tanzania. La stessa ONG della sua prima esperienza africana. Contattato dal responsabile, viene proposto a Norberto di fare da testimonial e protagonista del progetto sui disabili della Tanzania. Norberta accetta immediatamente, per dare nuovi stimoli al suo vegetare, perchè gli piacciono le imprese avventurose e per cercare di vedere se ripassando in quegli stessi luoghi dove ha interrotto la sua prima vita potrebbe ricevere risposte o la memoria dell’incidente. 11 – La seconda Africa La città cambia e il traffico intenso, toglie a Dar Es Salaam la libertà di scelte e di velocità negli spostamenti interni. Norberto ed il suo team africano, conoscono Katuku verso le quattro di mattino. E’ lui che guida la Jeep Toyota che li trasporta a Matembwe. Norberto lo osserva. Katuku è concentrato e preciso alla guida. Affidabile e tranquillo. In tutte quelle ore di guida, non mostra mai una smorfia di fastidio o di affaticamento, anzi, ha sempre un’espressione distesa e beata. Rassicurante. Norberto impiega più di dieci giorni ad imparare e ricordare quel nome, ma pensa che non gli basteranno altre dieci vite per dimenticarlo. In Matembwe, Norberto dorme in quella stessa casa della missione ed in quello stesso letto usato 21 anni prima. Nulla è cambiato. Stessa credenza, stesse sedie e tavolo. Sono tutti allo stesso posto, esattamente come ricorda. Riprova il sollievo di inalare i benefici del luogo davanti la porta d’ingresso. Chiude gli occhi, flette la testa all’indietro e respira quei tipici odori e aromi. Con il team di accompagnatori in bici, Katuku e le guide africane, Norberto attraversa la Tanzania in handbike da ovest a est nelle meravigliose e selvagge terre dei Masai, la valle dei Baobab, i parchi nazionali. Parte da Matembwe e arriva nella capitale Dar Es Salaam, compreso il punto in cui ebbe l’incidente. Norberto arriva in un villaggio Masai, dove lo attendono, circondano e salutano con riveriti abbracci. Gli mettono una collana al collo, gli infilano al braccio uno scudo e gli mettono in mano una loro lancia. Poi interviene un loro personaggio, forse un capo o qualcosa del genere, dicendogli: – Tu da oggi sei un guerriero Masai. Ci hai insegnato come si combatte nella vita e con questa lancia potrai continuare a farlo – E con urla e battiti di lingue contro le labbra carnose, scroscianti applausi e colpi di tamburi e tam tam, inizia la festa vera e propria. Durante quest’avventura Norberto parla a tantissime persone passando personalmente di villaggio in villaggio. Racconta le sue esperienze e spera di donare nuovi messaggi di conoscenza e fiducia, specie alle persone con disabilità fisica e mentale. I poveri dei poveri, i reietti della società africana. Queste avventure altro non sono state che una commovente dichiarazione d’amore allo sport, alla natura e alla libertà. Antidoto potentissimo per purificarsi dalle tossine del dolore e scoprirsi ancora protagonista della vita. L’Africa è cambiata, ma soprattutto Norberto è cambiato perchè si accorge che la disabilità maggiore, inficiante e destabilizzante, è più quella dentro di noi che non quella accertata dai medici.
Conclusioni: A livello personale Norberto è un pò deluso… Cerca di ricevere risposte dai luoghi dove è cambiata la sua prima vita, ma queste risposte non gli arrivano. L’incubo della dissenteria, la mancanza assoluta di servizi e la non possibilità di muoversi in totale autonomia per chi si muove su una sedia a rotelle, gli rovinano la magia dell’avventura e della sua nuova Africa. Se invece pensa al messaggio che ha offerto alla Tanzania tutto cambia, perchè anche se solo una persona, cambierà in meglio la sua vita o troverà dei semplici giovamenti dagli imput ricevuti da questa memorabile impresa, allora reputa il progetto come una missione compiuta e ben riuscita.